La teoria del colore in Il Mondo Dietro Di Te

Il caso ha voluto che, circa una settimana prima di vedere Il Mondo Dietro Di Te, film di Sam Esmail attualmente in voga su Netflix, io abbia intrapreso la lettura di Cromorama di Riccardo Falcinelli.

La copertina del saggio recita: “come il colore ha cambiato il nostro sguardo”, ma se dovessi scriverne una recensione altamente egoriferita, ancor prima di terminarne la lettura, la intitolerei: “come questo libro ha cambiato il mio sguardo”. Perché fin dalla prima scena d’apertura de Il Mondo Dietro Di Te, trasposizione netflixiana dell’omonimo romanzo di Rumaan Alam, l’uso simbolico del colore mi si è manifestato con una chiarezza priva di precedenti.

Per capire cosa intendo, prendiamo in prestito le parole con cui Falcinelli apre il suo capitolo dedicato al Blu Bovary:

Quando, in un’opera di invenzione, un personaggio si veste di un certo colore la cosa non è mai priva di importanza. O perlomeno non lo è, se dietro c’è un autore attento ai dettagli.

Falcinelli, qui, ha in mente il rosso di Cappuccetto e il nero di Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany, ma il suo monito è perfettamente calzante anche per Sam Esmail, sceneggiatore e regista del film in questione, nonché autore di una delle serie tv migliori di sempre per qualità di scrittura, originalità dei contenuti e compiutezza della narrazione: Mr. Robot.

Ho letto qualche recensione del film qua e là, prima di buttare giù queste righe; fra chi ha apprezzato la regia coreografica di Esmail, e chi invece l’ha trovata troppo eccentrica, le analisi si sono perlopiù concentrate sui movimenti della camera e sulle opportunità offerte dalla trama, senza rilevare quello che ai miei occhi, grazie alla lettura di Cromorama, è parso lampante: questo è un film che ci parla con i colori.

Partiamo dal blu, colore dominante nella scena d’apertura del film, e che ritroveremo via via ovunque - proprio come accade nel romanzo Madame Bovary di Flaubert.

Scene da Il Mondo Dietro Di Te, colore blu

La camera da letto dei protagonisti, gli abiti di Amanda, il tablet su cui la figlia Rose guarda ossessivamente Friends, la cover dello smartphone, la Jeep di famiglia, e poi le schermate dei vari dispositivi elettronici, le pastiglie medicinali che compaiono sul finale della storia (un chiaro riferimento alle pastiglie blu de I dolori del giovane Werther di Goethe) e, naturalmente, il mare: ovunque si posi il nostro sguardo, è il blu a farla da padrone. Con un accento - e qui torniamo a Falcinelli - di giallo.

Giacca blu e panciotto giallo sono i tratti distintivi dell’outfit del già citato Werther di Goethe, protagonista della sua opera più nota. E come ci spiega Riccardo Falcinelli in Cromorama:

Il successo del libro è enorme e l’accostamento di blu e giallo (…) fa scoppiare una moda, tanto che diventa una divisa sentimentale.

Esmail sta citando Goethe? Al netto del riferimento alle pastiglie, accidentale o voluto che sia, non credo che l’intento di Esmail fosse quello di richiamare l’innamorato infelice per eccellenza (ci arriviamo), ma è impossibile non notare l’uso oculato degli oggetti di scena gialli e il continuo accostamento di giallo e blu, tanto nelle ambientazioni indoor che outdoor.

Come nella moda menzionata da Falcinelli poco sopra, il giallo rappresenta perlopiù un colore di contrappunto, sempre presente sullo sfondo a bilanciare il peso di un blu così ingombrante da comparire persino sugli auricolari di Rose o sul campanello del vicino di casa.

C’è però un terzo colore nel film a cui è stato affidato un importante ruolo simbolico, e benché sulle prime tale simbolismo sia molto sottile, è sul finale che la sua paradigmatica attribuzione cromatica si rivela come una precisa dichiarazione di intenti. Stiamo parlando, manco a dirlo, del vertice mancante nella triade dei primari: il rosso.

Dove c’è il rosso, ne Il Mondo Dietro Di Te, c’è pericolo. Sono rosse le icone delle agenzie di stampa che compaiono sullo smartphone di Amanda, sono rossi i volantini che investono suo marito Clay con la forza espressiva di una pioggia di sangue, ed è rossa, stando proprio alla descrizione che ne fa Clay, la petroliera che si arena sulla spiaggia - e portatrice di un nome emblematico. Infine, sono rossi i dettagli architettonici della villa in cui si consuma il finale del film, che tanti spettatori ha scontentato, e che non menzionerò per non rovinare la scoperta a chi non avesse ancora visto il film.

Senza perciò fare spoiler, ma per tirare le somme di quanto detto finora, voglio offrirvi senza commento un’immagine che sono certa troverete interessante:

La riconoscete? Notate qualcosa di particolare? :-)

Ebbene sì: è un’immagine tratta dalla sigla di Friends, la serie di cui la piccola Rose è appassionata. Ed eccoli qui, i tre colori chiave de Il Mondo Dietro Di Te, distribuiti - ma non aggiungerò altro - in modo nient’affatto casuale fra i protagonisti della serie.

Ci sarebbe ancora tanto da dire su questo film, a partire dal significato allegorico della trama, dalla scelta non casuale dei nomi (gli Huxley come vicini di casa!), dalla carta da parati che cambia aspetto nel corso del film, dal ruolo metaforico degli animali persino quando non ci vengono mostrati direttamente (la petroliera White Lion, ricordate?) per non parlare dei numerosi easter egg disseminati qua e là e provenienti dall’universo di Mr. Robot (gli aficionados noteranno il logo della E Corp sui bidoni gialli che il prepper interpretato da Kevin Bacon carica sul suo pick-up).

Persino la contrapposizione nero-bianco fra le due famiglie protagoniste non è casuale, e richiama, stavolta senza bisogno di particolari suggerimenti, tanto i conflitti razziali quanto quelli ideologici, alla maniera che fu per Lost il dualismo del backgammon di John Locke - impossibile non pensare a Lost nella scena del disastro aereo, vero?

Per concludere questa breve disamina, vi lascio con un’ultima riflessione: blu e rosso sono i colori della bandiera americana, e riflettono le divisioni ideologico-geografiche del sistema politico degli Stati Uniti. Una scelta di pura convenzione, radicatasi sempre più nell’immaginario collettivo grazie al ruolo dei media e della rappresentazione visiva delle mappe elettorali.
Per un americano, potremmo quindi dire che la contrapposizione di blu e rosso sia rappresentativa delle divisione interne che logorano il paese fin dagli albori della sua storia. A bilanciare il duetto, e a rendere tutti amici - o per meglio dire… friends - mancano infatti i valori che Goethe attribuiva al giallo: luce, chiarezza, forza e vicinanza.

Hope begins in the dark, recita il poster davanti a cui passa Rose poco prima della scoperta finale. E se è vero che nelle opere di finzione i colori non sono mai privi di importanza, non possiamo considerare casuale il fatto che la luce che avvolge Rose in questa scena sia, prepotentemente, gialla.

Valentina AdrianoCommenta